Durante l’attività di perito balistico capita di dover capire se un evento delittuoso sia un suicidio, un omicidio, o un’incidente. In altre occasioni, è invece necessario ricostruire eventi che sono stati raccontati dalle parti avverse in modo contraddittorio. In queste situazioni la conoscenza della posizione e dell’orientamento dell’arma al momento dello sparo può essere fondamentale per una comprensione corretta di ciò che è accaduto.
Sono stati quindi analizzati bossoli sparati con tre diversi revolver, in tre diversi orientamenti spaziali (verticale verso l’alto, orizzontale, e verticale verso il basso), e sono stati esaminati alcuni parametri quali la profondità e la morfologia dell’impronta del percussore, sia con la microscopia ottica che con l’analisi topografica di superficie.
Si è scoperto così che l’orientamento dell’arma influisce in modo significativo sulla morfologia e profondità dell’impronta del percussore: le munizioni sparate verso l’alto producono un’impronta più profonda del percussore, mentre quelle sparate verso il basso ne lasciano una meno profonda.
Tale comportamento è stato collegato alla diversa geometria dell’interazione percussore-innesco, nonché alla diversa pressione sviluppata dai gas al variare dell’orientamento dell’arma.
La ricerca ha quindi dimostrato che è possibile predisporre un opportuno protocollo di analisi morfologica e topografica per dedurre se un colpo di revolver sia stato sparato tenendo l’arma verso l’alto, verso il basso, oppure orizzontalmente. Il tutto a evidente beneficio delle indagini.
L’articolo è stato pubblicato nel 2020 sulla rivista Forensic Science International.