Quali sarebbero stati gli esiti di un’invasione vittoriosa dell’Ucraina da parte della Federazione Russa? Come sarebbe evoluta la strategia dell’invasore? Che ruolo ha avuto la disfatta afghana nella decisione russa?
ABSTRACT
Dal 1945 ad oggi le nazioni europee hanno vissuto un periodo di pace e benessere senza precedenti, che ha prodotto un enorme innalzamento della qualità della vita. Ciò è stato causa, ma anche effetto, dell’abbandono dell’utilizzo della guerra come “continuazione della politica con altri mezzi”, a favore della ricerca di stabilità. La diplomazia e l’affidamento della risoluzione dei conflitti agli organismi internazionali sono diventate le scelte quasi obbligate. Ciò ha condotto a operazioni militari prive di obiettivi chiari, e quindi impossibili da concludere in maniera vittoriosa, come la ritirata dall’Afghanistan del 15 agosto 2021. Tali eventi hanno contribuito a diffondere l’idea di una debolezza congenita, sul piano militare, dei paesi europei e degli USA. Esistono però modalità di pensiero, ampiamente diffuse al di fuori dell’Europa, che sono rimaste aderenti alla logica strategica e che quindi non subordinano l’utilizzo dello strumento militare alla stabilità economica, ma ribaltano tale rapporto. Il paper analizza alcuni scenari conseguenti all’ipotesi che la Russia, nonostante l’apparente apertura all’economia di mercato e al sistema di valori delle nazioni europee, appartenga a questa seconda categoria.
L’articolo è stato pubblicato nel 2022 sul portale del Centro Alti Studi della Difesa (CASD) dello Stato Maggiore della Difesa, nell’ambito dell’integrazione della Call for Papers 2022 sull’Afghanistan in relazione all’invasione dell’Ucraina, e raccolto nel quaderno speciale per il Ministero della Difesa. Si può leggere a questo link: Invasione ucraina e smarrimento del pensiero strategico.