La strategia è una disciplina complessa e antica. Nata per aiutare i condottieri, che erano chiamati ad affrontare la nebbia della guerra, a vedere cosa si nasconde oltre l’ignoto, si è sviluppata tramite l’elaborazione di principi generali e linee guida, e ha ottenuto risultati talmente efficaci che i concetti strategici sono migrati verso molti altri campi del sapere.
È noto che i risultati dell’attività di intelligence vengono utilizzati ‘per’ determinare le scelte strategiche. In un’ottica opposta si può studiare come mettere in opera un’efficace attività di intelligence ‘partendo da’ intuizioni strategiche.
In questo articolo vengono applicati, al contesto dell’attività di intelligence, i principi strategici elaborati dai grandi autori del passato: Sun Tzu, “Che” Guevara e Lawrence d’Arabia, ma anche Clausewitz, Mao Tse Tung e John Boyd, senza dimenticare gli insegnamenti dell’Hagakure, delle forze speciali e di molto altro ancora.
Nella prima parte si affronta il concetto di strategia e i suoi elementi cardine: un avversario, la ricorsività, il costo, la logica paradossale, i livelli. Nella seconda vengono passate in rassegna le più diffuse modalità operative dell’intelligence: raccolta di notizie, disinformazione, ingerenza, contropropaganda, counter-intelligence. Nella terza si approfondisce come l’attrito, presente in modo obbligatorio nell’attività d’intelligence, ne determini lo scollamento dalla pianificazione; come la limitatezza delle risorse si scontri con l’esigenza di completezza; come la conoscenza del nemico, la ricerca della sorpresa, l’approccio indiretto, l’inganno e l’uso degli stratagemmi forniscano un decisivo vantaggio; come il tempo rivesta un ruolo fondamentale, così come il saper gestire l’irreversibilità e aspirare all’invisibilità.
L’articolo è stato pubblicato nel 2017 sul sito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.